Europa e mondo

Sperimentazione animale, il flop di «Stop vivisection» all’Europarlamento

di Roberto Caminiti (professore ordinario di Fisiologia umana, Sapienza Università di Roma)

Il trattato dell'Unione europea, per dar voce ai popoli, prevede che cittadini dei paesi Ue possano chiedere di abolire una direttiva Ue la sua applicazione nei paesi che l'abbiano recepita. A partire dal 2102, le associazioni animaliste europee hanno iniziato la raccolta del milione di firme necessario per chiedere l'abolizione della Direttiva EU 96/2010 sulla protezione degli animali utilizzati nella ricerca scientifica, la proibizione totale di tale pratica, e la sua sostituzione con “metodi alternativi”, che sempre più appaiono come l'isola che non c'è.

La direttiva tende ad armonizzare nei Paesi membri le procedure legate alla sperimentazione sugli animali e mette il benessere animale al centro dell’intero impianto normativo. E' un discreto compromesso, accettato responsabilmente dal mondo della ricerca, nonostante imponga limiti che appaiono arbitrari e contraddittori, in quanto penalizzanti per la libertà della ricerca e la terapia medica, e anche contrari al benessere degli animali stessi, se solo si consideri che i risultati della sperimentazione animale sono indispensabili anche per sviluppare farmaci e cure per gli animali.

A meno che in futuro non si vogliano usare gli essere umani per curare i cani, o per rendere mansueti gli irrequieti gatti londinesi, rei di uccidere ogni anno più topi di quanti ne utilizzi la ricerca scientifica. In fondo, “non vi sono basi razionali per dire che un essere umano ha diritti speciali, un ratto è un maiale, è un cane, è un bambino, sono tutti animali” (Peoples for the Ethical Treatment of Animals, PETA).

L'11 maggio si è svolta all’Europarlamento l'udienza pubblica per discutere l'iniziativa “popolare” chiamata Stop Vivisection. E' utile specificare che il termine vivisezione si riferisce alla dissezione praticata su animali (mammiferi, uccelli, rettili, anfibi, pesci) vivi e non anestetizzati, quindi svegli. Si tratta di una pratica estranea alla ricerca di base nelle scienze fisiologhe e mediche, vietata in Italia e nel mondo e, nonostante ciò, continuamente rievocata dagli animalisti e dai media più incolti per far leva sull'emotività della pubblica opinione.

Al Parlamento Ue, i proponenti del referendum hanno esposto le loro meste ragioni in un aula semivuota. Ed è stato subito flop . Innanzitutto per l'inconsistenza delle argomentazioni presentate: i modelli animali non hanno alcun valore predittivo per la patologia umana, gran parte dei farmaci testati sugli animali non entrano in commercio (immaginate se fossero stati “testati” direttamente sull'uomo!), l'aumento delle malattie degenerative e dei tumori giovanili in Europa è dovuto al fallimento della ricerca sugli animali, la sperimentazione animale non ha avuto ruolo nella diagnosi precoce e nella riduzione (54%; dati riferiti a Regno Unito e Francia) della mortalità da tumori, ed altre simili amenità.

Gli animalisti non sono stati in grado di spiegare, tra l'altro, come mai il 90% dei farmaci veterinari vengano dalla farmacopea umana, del tutto dipendente dalla sperimentazione animale, l'assenza di casi mortali in oltre 700 trials clinici di fase 1 per farmaci sviluppati grazie alla sperimentazione animale, o come il trattamento immunitario in macachi affetti da Ebola stia salvando la vita di intere popolazioni di gorilla colpiti in natura da questa devastante malattia, aprendo la via al trattamento nell'uomo.

Al di là degli aspetti applicativi, Stop Vivisection disconosce che tutte le fondamentali ricerche sulla comprensione della fisiologia degli esseri viventi vengono dall'uso degli animali. E' grazie ad essa che nell'800, François Magendie (1783-1855) e, soprattutto, il suo allievo Claude Bernard (1813-1878), fondano la fisiologia sperimentale, quindi le basi della medicina moderna

Françoise Barré-Sinoussi nel 2008 è stata insignita del premio Nobel per la Fisiologia e la Medicina, assieme a Luc Montagnier per gli studi su virus dell'Hiv e genesi dell'Aids, e ad Harald zur Hausen, che ha dimostrato come il papilloma virus umano (Hpv) sia responsabile di oltre l'80% dei tumori della cervice dell'utero.

La Barré-Sinoussi non ha avuto difficoltà a spiegare gli ormai innumerevoli successi della medicina dovuti alla sperimentazione animale. Forse più importante, ha anche spiegato come iniziali insuccessi, ad esempio nella lotta all'Aids, fossero dovuti all'uso di modelli non adeguati che, opportunamente modificati, hanno consentito lo viluppo dei farmaci che hanno azzerato la mortalità da Aids. E' naturale che la scienza proceda per ipotesi e verifiche, che spesso portano a iniziali insuccessi, e di questi non sono certo imputabili i ricercatori, ha concluso la Barré-Sinoussi.

Sedici Premi Nobel hanno firmato, assieme a 150 organizzazioni internazionali, una petizione contro Stop Vivisection e a favore della sperimentazione animale , consapevoli che questa abbia sotteso quasi tutti i Nobel per la Fisiologia e la Medicina, inclusi i tre del 2014.

Tra i cittadini dei 26 Paesi Ue che hanno partecipato, l'Italia si è “distinta” per aver contribuito in maniera significativa al raggiungimento del quorum per indire Stop Vivisection. Le argomentazioni presentate a Bruxelles a favore dell'abolizione della sperimentazione animale, come le mozioni avanzate in medesima direzione al Senato italiano una settimana prima, fanno parte dell'agire di un movimento che ha il pensiero corto, perché incapace di confrontarsi con la complessità della moderna biologia da un lato, e con l'evoluzione e trasformazione delle patologie umane e animali dall'altro. Un movimento, soprattutto, incapace di offrire risposte serie ai drammatici problemi individuali e sociali che la malattia impone.


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