Provate a leggere un titolo come questo: “Anche il governo italiano boccia Bergoglio: in Vaticano ci vuole un altro Papa e ci vogliono nuovi vescovi e cardinali”. Oppure: “Scomunica del Parlamento: Oltretevere serve una scossa con nuovi prelati ai vertici”. O ancora: “Nuova scomunica di Palazzo Chigi a Papa Francesco: Chiesa paralizzata, Bergoglio Scheggia impazzita”. Provate a leggere e a chiedervi: che cosa succederebbe se il governo e il Parlamento italiano avviassero una simile campagna contro Oltretevere?

Esploderebbero le parrocchie, probabilmente. Con fedeli in marcia sul Quirinale per difendere l’autonomia del Vaticano e l’immagine del Papa minacciate dall’invadenza della politica. Immaginiamo anche la reazioni dei pii onorevoli alla Buttiglione o dei cattolici alla Lupi. Per difendere i diritti della Santa Sede si incatenerebbero agli scranni parlamentari invocando il rispetto della fede e magari pure quelli dei trattati internazionali.

I trattati internazionali, appunto. Anche noi ne abbiamo qualcuno in corso con la Città del Vaticano. Che rimandano al rispetto di certe regole e comportamenti. Invece guardate cosa sta succedendo. Titoli di quel tenore sono apparsi su giornali e siti, naturalmente con Vaticano e prelati ad avanzare pretese ed emanare censure. Sugli affari interni italiani e quelli del municipio di Roma. A cominciare da Marino (“scheggia impazzita”).

Ebbene, di fronte a tutto questo non bisogna essere dei Cavour per sospettare che qualcosa non va nelle corrette relazioni tra Stato e Chiesa. Certo, la situazione di Roma è drammatica, con un municipio allo sbando e un sindaco travolto da scontrini, tradimenti e ridicolo.

Vero, Ignazio Marino ha combinato troppi pasticci. Ma qualcuno, dico uno, che dai banchi di governo o dalle aule parlamentari si alzi per spiegare a cardinali e vescovi che questi sono affari interni italiani e che bene farebbero a rispettare le prerogative dello Stato italiano e delle sue articolazioni, ebbene, questo qualcuno proprio non esiste? Possibile?

Possibile. Perchè è quello che sta succedendo, almeno sinora. Alle anticipazioni della lettera aperta del cardinale Agostino Vallini, vicario di Papa Francesco per la diocesi di Roma, per esempio, che senza tanti giri di parole invoca la «formazione di una nuova classe dirigente nella politica» aprendo la strada ad altre ingerenze come quelle che si manifestano attraverso le pagine dell‘Osservatore romano, nessuna voce autorevole ha risposto. Nè dal governo, né dal parlamento, nè dai vertici dei partiti o di quel che ne resta.

E’ anche questo un segno dei tempi. Non avere coscienza della necessità del rispetto che le istituzioni richiedono davanti alle invadenze della Chiesa non è affare di poco conto.

Ma forse è troppo aspettarsi di più dal presidente del Consiglio, dal suo governo e dal Parlamento tutto. Sono troppo occupati: devono finire di fare a pezzi la nostra Costituzione.

@primodinicola

 

 

 

 

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